mercoledì 5 marzo 2008
L'ultima utopia...
Zabriskie Point è un film sottovalutato. Molti si sono soffermati sulle lacune (in alcuni casi evidenti) del film. Eppure Michelangelo Antonioni ha fatto un film sincero. Ha detto tutto quello che molti continuano a negare. Ha attaccato il sistema dall'interno del sistema stesso. Ha indagato l'estremo della psiche e con visionaria immaginazione ha concretizzato l'ultima utopia dell'uomo. L'ultima ribellione (il '68) ormai spenta nelle case di lusso, nelle macchine veloci, nei vestiti inutili di chi ha in fretta dimenticato. Documento di una generazione che ha sognato. Storia di una utopia infinita spezzata come un sogno interrotto di soprassalto. Eros/Tanatos come principio ancestrale, immutabile legge che muove il mondo. Profezia di cellulloide che va oltre lo schermo. Onda infranta e ormai scomparsa tra le pieghe del mare.
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4 commenti:
purtroppo il 68 è stata una piccola parantesi. I reduci di quella lotta sono diventati tranquillamente i nuovi ingranaggi dell'impero (casa,lavoro,famiglia,vita sicura,domenica al mare, in momntagna o a fare shopping), mentre i più idealisti si sono imbattutti nei sanguinosi anni 70.Un vero fallimento. Oggi bisogna recuperare quella dimensione. Riappropiarci del territorio, recuperare un rapporto coinciliante con la natura, lavorare di meno con minor stress e godere di più dei rapporti umani.Una via di fuga è possibile. Dobbiamo azzerare tutto e fare un passo indietro, prima che sia troppo tardi.
Ma perchè non parli anche di cinema recente?
Elia ha ragione! Ma non credo sia così semplice. Di sicuro ci vuole la volontà come punto di partenza indispensabile.
Per me il '68 è l'utopia frantumata. E su quei frammenti è nata una società di ferite che sanguinano. Ferite che ancora non si sono rimarginate.
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