Visualizzazione post con etichetta arte. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta arte. Mostra tutti i post

domenica 12 febbraio 2012

sabato 7 gennaio 2012

Home

venerdì 18 novembre 2011

Wall-e


L'animazione italiana vive da sempre un suo eterno fraintendimento. Sospesa tra l'accettazione delle regole di un mercato che considera il prodotto d'animazione esclusivamente dedicato ad un pubblico non adulto e le tensioni internazionali che aprono il prodotto ad uno spettatore trasversale, l'industria italiana è rimasta alle mirabolanti imprese dei campioni di un tempo: Luzzati, Pagot, Gavioli, Cavandoli, De Mas, Bozzetto. Come il nostro cinema si è praticamente fermato ai maestri del dopo guerra, Zavattini/De Sica, Rossellini, Visconti e agli sperimentatori dei 60'/70' Antonioni, Fellini, anche l'animazione italiana paga la sua scarsa propensione a sperimentare nuove forme espressive, a guardare al di fuori del proprio contesto e soprattutto a rischiare. L'ultima fatica della Pixar Wall-e non è semplicemente un film di animazione. Racchiude in se una favola densa, suggestiva; una geniale operazione di marketing e un ingegnoso utilizzo delle più moderne tecnologie grafiche. Ma la prima mezzora del film è cinema puro, suono e immagine senza compromessi. Il resto è artigianato hollywodiano di buon livello. L'Italia intanto guarda. E paga per guardare.

lunedì 27 ottobre 2008

Flow.


Documentare la realtà per condividere le problematiche del nostro tempo. La riflessione del cinema come strumento sociale di informazione e progettazione di soluzioni comuni. Al centro di tutto questo l'acqua. Flow possiede la persuasione seducente del racconto incalzante e la bellezza e la forza della verità. Un esempio tipico di documentario dei nostri tempi in grado di rinchiudere tra le immagini sgraziate una sottile riflessione sul nostro tempo e l'indicazione di una nuova strada da percorrere. Tutto ha il suo prezzo. E molto presto lo sapremo.

mercoledì 1 ottobre 2008

Step across the border.


Cinema è suono e immagine. Inscindibili. Non esiste il cinema del silenzio. Non è mai esistito il cinema muto. Immersi nel buio della sala percepiamo un piccolo rumore, un fruscio appena sussurrato di un vestito, un leggero ma insistente parlare in sottofondo. Tutto ciò che in sala circonda il nostro udito è comunque colonna sonora di un immagine che si muove senza spostarsi. E come tale influenza in maniera ineluttabile la percezione di quello che vediamo. L'ambizione di Step across the border è quella di essere film capace di catturare esperienza e memoria musicale di una esistenza. Persone, strumenti, oggetti. I rumori pigri e distanti della notte, l'accatastarsi disordinato dei piatti, il lavorio insistente di un cantiere, un'interferenza alla radio, l'acqua che cade sulla pietra sono una musica in potenza. Ogni gesto produce un suono ed ogni suono contiene in se elementi musicali. Così la vita è musica, ordinaria e straordinaria, a differenti intervalli di intensità e di immaginazione. Così è Fred Frith creatore di colonne sonore reali e immaginarie. 

giovedì 25 settembre 2008

El abrazo partido.

El abrazo partido (L'abbraccio perduto) è la ricerca di un vuoto. Un vuoto che non ha forma ma è solo un ricordo. Il ricordo del protagonista sfuma nella memoria e rimane sensazione. Un profumo, un suono, un gesto, un'immagine. Un momento di sogno strappato alla vita. Il giovane Ariel rincorre il passato cercando il futuro. Troverà il presente.

venerdì 1 agosto 2008

La banda


Il cinema lavora sulla materia dei sogni. Il regista è un artigiano che intaglia strane storie nel legno della realtà e produce manufatti di immaginazione. La banda è il residuo trucioloso di un'idea splendida. La sensazione che dopotutto siamo tutti esseri umani. Finalmente un film che parla di confronto e di sentimenti. Un'opera che riesce a mettere in confronto due culture diverse senza cadere nella banalità. Semplice e sofisticata allo stesso tempo. Con un tocco di dolcezza e di ironia. Amara. 

giovedì 26 giugno 2008

Blow up


Qualcuno che la sapeva lunga diceva: le parole sono state inventate per nascondere i pensieri degli uomini. E certe volte le parole neanche bastano ad esprimersi. Per molti il cinema di Michelangelo Antonioni può sembrare maniera. Per altri è arte. Blow up è una delle opere più discusse del cinema moderno. Film in bilico tra fervori sperimentali del periodo e tentazioni modaiole. Ha un pregio sicuro: una colonna sonora imperdibile.

mercoledì 4 giugno 2008

No Direction Home


Disillusioned words like bullets bark
As human gods aim for their mark
Made everything from toy guns that spark
To flesh-colored Christs that glow in the dark
It's easy to see without looking too far
That not much
Is really sacred.

While preachers preach of evil fates
Teachers teach that knowledge waits
Can lead to hundred-dollar plates
Goodness hides behind its gates
But even the president of the United States
Sometimes must have
To stand naked.

An' though the rules of the road have been lodged
It's only people's games that you got to dodge
And it's alright, Ma, I can make it.

Advertising signs that con you
Into thinking you're the one
That can do what's never been done
That can win what's never been won
Meantime life outside goes on
All around you.

You lose yourself, you reappear
You suddenly find you got nothing to fear
Alone you stand with nobody near
When a trembling distant voice, unclear
Startles your sleeping ears to hear
That somebody thinks
They really found you.

A question in your nerves is lit
Yet you know there is no answer fit to satisfy
Insure you not to quit
To keep it in your mind and not fergit
That it is not he or she or them or it
That you belong to.

Although the masters make the rules
For the wise men and the fools
I got nothing, Ma, to live up to.

lunedì 19 maggio 2008

Gomorra.


Gomorra è il male. Ma non il male manicheo chiuso in una definizione o additato in un gruppo di individui. Gomorra è il male dell'ignoranza, della paura, della solitudine. Gomorra è il male di una società che divide e non unisce. Perché Gomorra è il ricordo di una colpa. Una colpa che non ammette giustificazioni per nessuno.  

venerdì 9 maggio 2008

Fragole e Sangue.


Fragole e Sangue è un film reperto. Prodotto dalla Metro-Goldwyn-Mayer nel 1970, quest'opera ha l'indubbio pregio di portare al grande pubblico una tematica di grande rilevanza sociale quale la rivolta degli studenti del '68, ma anche il demerito di schematizzare in maniera approssimativa un argomento così controverso...eppure rimangono gli echi della violenza delle idee, i ricordi di un sogno infranto, di un'utopia ormai riassorbita...e una musica capace di cullare i sogni con dolcezza infinita...

martedì 29 aprile 2008

La battaglia di Algeri


La battaglia di Algeri è l'indiscusso capolavoro di Gillo Pontecorvo. La rivoluzione del '68 è alle porte e il regista italiano racconta la violenza e la repressione della Francia coloniale in Algeria. Documento devastante da un punto di vista emotivo e visivo, il film è stato girato con un budget di appena 800.000 dollari da un piccolo gruppo di professionisti, tra cui il direttore della fotografia Marcello Gatti, con un cast di attori non-professionisti fatta eccezione per l'attore francese Jean Martin. Fino al 1971 il film non ha ricevuto una distribuzione ufficiale in Francia e Inghilterra. Una volta approdato nelle sale ha causato le reazioni di vari gruppi di estrema destra che hanno assaltato le sale e minacciato gli esercenti. Censura. La solita vecchia Storia.

giovedì 24 aprile 2008

Juno


Non credo che in Italia si sia capaci di fare un film come questo. La bellezza di Juno risiede soprattutto nel linguaggio usato. Veloce, tagliente, politicamente scorretto. E nelle tematiche. Maternità, adolescenza, emancipazione. Gran parte del merito, va detto, è del lavoro di sceneggiatura di Diablo Cody. Ma al di là del giudizio estetico questo film rimane un concentrato mirabile di stile e sostanza. Ma perché nel nostro paese la commedia riesce può essere solo volgare?! Perché non si è in grado di essere sarcastici, grotteschi e ironici in barba alla cattiva sorte e a certe norme di puro decoro? Il problema va ricondotto a due cause principali. Il lavoro di sceneggiatura non va oltre la superficie delle cose e vi è una scarsa volontà di rischiare da parte del produttore e del distributore. L'industria cinematografica italiana si è purtroppo sviluppata sulla base di criteri essenzialmente assistenziali che non hanno permesso al mercato di maturare completamente e di emanciparsi dai finanziamenti statali come negli Stati Uniti (i finanziamenti dovrebbero tutelare in maggior parte le opere prime e seconde, quelle relative alla transculturalità sociale e i documentari - ovvero quella parte dell'offerta più debole da un punto di vista meramente commerciale). Se a questo si aggiunge la triste situazione duopolistica del sistema distributivo, il quadro non è affatto dei più incoraggianti per i giovani artisti italiani. Pensate che Jason Reitman  il regista di Juno ha esordito nel lungometraggio a soli 28 anni. Andrea Molaioli, regista del raffinato La ragazza del lago, è una giovane promessa del cinema italiano avendo esordito a soli 40 anni! Ditemi voi...

martedì 22 aprile 2008

Il labirinto del fauno.


La rivolta dell'artista contro il reale. Una rivolta che Guillermo Del Toro ha chiamato Il labirinto del fauno. Di quest'opera affascinate restano come echi nell'anima il senso dell'ineffabile e dell'inafferabile e quei suoni nascosti di mondi che gli occhi non possono vedere...

mercoledì 16 aprile 2008

Yks Channel


Questo è il teaser di Giuseppe La Spada per Yks channel (Sky 863), il primo canale televisivo interamente dedicato al mondo dello user generated content.

martedì 8 aprile 2008

Ikea Hacker

Ikea Hacker è la vera rivoluzione dell'home made design. Si prendono degli oggetti della nota casa svedese, si modificano e li si combina gli uni con gli altri. Il risultato è un utensile che potrebbe arredare qualsiasi casa radical-chic che si rispetti e che quindi costerebbe quanto un appezzamento di terra nella valle del Chianti! Se non ci credete, pensate che con tanta fantasia e poco denaro si possono mandare in pensione quei creativi cocainomani che guadagnano il corrispettivo del PIL di un paese Africano e mettersi in casa un oggetto che susciti l'invidia di qualche manager in pensione.

mercoledì 26 marzo 2008

Biutifùl cauntri



L'arte non è uno specchio, è un martello! Così molti anni addietro John Grierson, il padre del documentarismo inglese, definiva il lavoro di quei cineasti che sceglievano l'indagine della realtà come missione morale e sociale. Questa è la sensazione che si ha vedendo lo splendido Biutifùl cauntri. Un martello di celluloide che si abbatte contro la nostra indifferenza e non un semplice specchio in cui vedere il campionario delle miserie umane. Prodotto da Lionello Cerri, il film di Esmeralda Calabria, Andrea D'ambrosio e Peppe Ruggiero racconta il lento declino delle fertili campagne del napoletano devastate dagli eco-crimini della camorra e di alcuni industriali italiani con la connivenza di certa classe politica. L'aria irrespirabile, le discariche abusive, le colture compromesse, le malattie degli animali e degli uomini, l'ecosistema compromesso per il misero denaro, per un minuto di finto arbitrio. Non cercate consolazioni, non cercate giustificazioni, non cercate la maniera, non cercate la militanza cieca, non cercate facili stilemi. Troverete soltanto la rabbia di chi ha perso tutto ma non si vuole rassegnare. L'orgoglio di chi ha detto no, ma si è trovato solo. La tenacia di chi si aggrappa ad una speranza, flebile e lontana. Troverete un documento nudo, uno splendido poema del delirio in cui il nostro paese è sprofondato. Lucido e secco questo lavoro testimonia la sconfitta delle istituzioni, la sfiducia dei cittadini e la forza di un pugno di uomini che va avanti nonostante tutto. Da vedere per non dire io non sapevo. Siamo tutti responsabili dello scempio. Ma cambiare si può. Insieme. 

martedì 11 marzo 2008

Persepolis.



Non se vi è capitato di vedere il film di animazione Persepolis. Marjane Satrapi è una disegnatrice di talento, conosciuta in Italia per la sua collaborazione con Internazionale. Nata in Iran, ha vissuto l'avvento del regime religioso nel suo paese con particolare partecipazione, essendo i suoi genitori dei ferventi oppositori dello Scià prima e di Khomeini poi. Questa sua opera prima vede l'artista iraniana (in collaborazione con Vincent Parannaud) raccontare la terribile esperienza di una vita da straniero in patria. La Satrapi ha realizzato un capolavoro di rara bellezza, mirabile intarsio artigianale e suggestiva esperienza sensoriale. In effetti quello che colpisce, al di la di un'innegabile preziosità tecnica del film (ogni fotogramma è un poster da appendere in casa), è il misterioso equilibrio emotivo del film. La regia, sempre sapiente, guida lo spettatore attraverso tutto lo scibile emotivo, in un racconto che non conosce pause, che mai delude. Purtroppo l'Academy Award non ha premiato l'artista iraniana ma il bellissimo (ma più scontato) Ratatouille.  Un vero peccato. Sarebbe stata una bella occasione non solo dal punto di vista artistico...

mercoledì 5 marzo 2008

L'ultima utopia...


Zabriskie Point è un film sottovalutato. Molti si sono soffermati sulle lacune (in alcuni casi evidenti) del film. Eppure Michelangelo Antonioni ha fatto un film sincero. Ha detto tutto quello che molti continuano a negare. Ha attaccato il sistema dall'interno del sistema stesso. Ha indagato l'estremo della psiche e con visionaria immaginazione ha concretizzato l'ultima utopia dell'uomo. L'ultima ribellione (il '68) ormai spenta nelle case di lusso, nelle macchine veloci, nei vestiti inutili di chi ha in fretta dimenticato. Documento di una generazione che ha sognato. Storia di una utopia infinita spezzata come un sogno interrotto di soprassalto. Eros/Tanatos come principio ancestrale, immutabile legge che muove il mondo. Profezia di cellulloide che va oltre lo schermo. Onda infranta e ormai scomparsa tra le pieghe del mare.

martedì 5 febbraio 2008

L'arte del sogno...



Ci sono due modi di immaginare il Cinema. Quello vero. Una che si muove verso l'aderenza alla realtà e l'altra che dei sogni ne ruba la magia. Federico Fellini è un autore di Cinema che gioca con la materia dei sogni. La definizione e la classificazione dell'opera del regista italiano resta un puro balocco sintattico. Lasciamo questi giochi ai critici. In Arte non esistono i generi, ci sono solo due distinzioni essenziali: c'è l'Arte buona e quella cattiva. Voi che ne dite?

Scrivere con le immagini...